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Siamo isole, diventiamo arcipelago

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Sentirsi connessi agli altri ai tempi del Coronavirus

In questi ultimi mesi la vita di tutti noi è stata stravolta.

Il Coronavirus ha impattato nelle nostre vite in modo traumatico e ci ha imposto un’interruzione repentina della nostra quotidianità.

Alcuni hanno vissuto questo periodo in modo creativo, hanno scoperto un nuovo ritmo, riscoperto o contattato risorse e interessi personali, hanno dedicato tempo ad esplorare la propria interiorità.

Altri, invece, non hanno vissuto questo periodo come un “dono inaspettato”, ma con emozioni impegnative, quali tristezza, ansia, irritabilità, sofferenza per i vincoli e le limitazioni.

Alcuni hanno riscoperto legami familiari importanti e se ne sono nutriti.

Altri, invece, hanno dovuto sopravvivere in una relazione che andava stretta, oppure in una solitudine forzata e non voluta.

C’è, però, un comune denominatore, che ci accomuna tutti: ci siamo dovuti adattare a nuovi comportamenti ed abitudini. Indossiamo, responsabilmente, i dispositivi di sicurezza e rispettiamo il distanziamento sociale, precauzioni fondamentali per evitare il contagio.

Ma questo ha portato ad una modificazione delle nostre relazioni interpersonali e dei nostri contatti sociali: dobbiamo evitare contatti fisici, strette di mano, baci, abbracci, abbiamo fretta di allontanarci.

La naturale conseguenza di ciò, è che le manifestazioni di affetto siano meno espresse, che le emozioni siano meno condivise, abbiamo meno possibilità di manifestarle, ci sentiamo più chiusi, più inibiti, più evitanti, perché dobbiamo “trattenerci” da manifestazioni affettuose.

Ma, paradossalmente, è proprio in questo periodo che le emozioni possono essere più intense.

Il bisogno primario dell’essere umano è la sicurezza, e oggi viviamo un periodo di incertezza in cui il “pericolo” è rappresentato dall’incontro con l’altro (una “minaccia”). Ma siamo anche “animali sociali” e il bisogno di stare in relazione è fondamentale per il nostro benessere psicofisico.

Questa ambivalenza, tra il bisogno di “stare in sicurezza” e il bisogno di relazione, è emotivamente molto impegnativa.

COSA FARE?

  • – Teniamo il distanziamento fisico dalle persone, ma distinguiamolo dal distanziamento emotivo.
  • – Contattiamo le nostre emozioni e i nostri vissuti e accogliamoli, riconosciamo il nostro bisogno di legami e troviamo il modo di sentirci connessi con gli altri.
  • – Condividiamo i nostri vissuti e impariamo ad “abbracciarci” con gli occhi, con uno sguardo amorevole e accogliente.

Vi proponiamo quattro incontri in piccolo gruppo, con tutte le precauzioni di sicurezza e il giusto distanziamento fisico, nei locali dell’associazione sanificati secondo i protocolli del Ministero della Sanità.

1° incontro – 8 giugno
Emozioni: dall’isolamento al ritrovare l’altro

2° incontro – 15 giugno
Distanziamento fisico VS distanziamento emotivo

3° incontro – 22 giugno
Riscoprire l’altro in sicurezza

4° incontro – 29 giugno
Eravamo isole, siamo arcipelago

 

Via Terni, 44-46 – Roma – Associazione Vita e Dono

COSTO: 20 € ad incontro

PRENOTAZIONE NECESSARIA: chiamaci o inviaci un messaggio al 3472764240, oppure scrivici a info@studioliberamente.it

 

 

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