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La ludoteca in ospedale

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Intervista alla Dott.ssa Monica Vivona

Cosa significa per un bambino stare ricoverato in ospedale? Si rende conto di quello che gli succede?

M. V.: Per un bambino, il ricovero e la degenza in ospedale sono quasi sempre causa di forte stress. Può essere per lui un’esperienza traumatizzante.
Un bambino in ospedale, oltre che aver vissuto una situazione traumatica (un incidente, una patologia, un’affezione, aver provato o stare provando dolore) non è nella sua casa, nella sua stanza, nel suo letto, non ha le sue cose attorno. L’ospedale è un luogo estraneo, lontano e diverso dalla sua casa e lontano dai suoi genitori.
Al dolore e al disagio fisico della malattia, si aggiungono l’ansia, la paura, incertezza, l’inquietudine, il sentirsi diverso e insicuro rispetto ai bambini non malati.
Questi vissuti, inconsapevoli, possono provocare reazioni psicologiche come aggressività, ansia, chiusura, frustrazione, senso di rinuncia.
Anche i genitori vivono con ansia i problemi del figlio e tendono a sviluppare paure e preoccupazioni che purtroppo ricadono sul bambino.
Il bambino, si trova a vivere una esperienza difficile e molto stressante senza aver ancora uno sviluppo cognitivo tale da poterla elaborare. Per questo, va aiutato a dare un senso a questa esperienza. È quindi importante che egli riesca a elaborarla sia a livello cognitivo che emotivo.
Per esempio, un bambino può interpretare e vivere la malattia/patologia e la conseguente ospedalizzazione, come una punizione (quale genitore non ha mai pronunciato la fatidica frase: “stai attento, non fare così, altrimenti ti fai male/ti ammali”).
E’ così fondamentale per il benessere psicologico del bambino, compatibilmente con la sua età, spiegare e far comprendere cosa succede: il bambino va aiutato a capire che cosa gli sta accadendo.
Una risposta a come ciò può essere fatto risiede nell’attività ludica.

 

Quanto può aiutare avere una ludoteca in ospedale?

M. V.: La ludoteca in ospedale o in reparto pediatrico è fondamentale perché ricrea un ambiente familiare e a misura di bambino.
Il bambino è circondato da un ambiente accogliente nell’arredamento, negli spazi e nelle dimensioni, con giochi, colori, attività adeguate. Quindi non vive il trauma ulteriore di un ambiente “grigio e asettico”.
Inoltre il gioco riveste una grande importanza nell’elaborazione di questo momento difficile, perché proprio attraverso il gioco il bambino può simbolizzare e quindi può in qualche modo esternare, oggettivizzare il trauma o il dolore vissuto.

Il gioco non è solo divertimento, distrazione o passatempo, ma è strumento pedagogico di comunicazione e socializzazione, ha una reale valenza “terapeutica”. Serve moltissimo al bambino ospedalizzato, perché è proprio in quel momento che può rilassarsi, e non solo: alcune attività, in maniera assolutamente giocosa, lo aiutano a superare le paure, ad attenuare le ansie legate alla malattia e all’ospedalizzazione e a continuare a coltivare gli interessi propri della sua età.
Così il bambino può dare un senso a ciò che sta vivendo, trasformandolo in uno stimolo che lo aiuti a crescere, non negando o rimuovendo l’esperienza dolorosa.
Attraverso il gioco il bambino rivive le proprie emozioni ed esprime le sue tensioni. Il gioco diminuisce lo stress e concorre nella guarigione perché incoraggia il bambino a svolgere attività piacevoli e interessanti.

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